Qualche anno fa feci un percorso formativo a Milano con l’Università Cattolica. Tra le altre cose, di quell’occasione formativa mi è rimasto l’aneddoto che uno dei Professore ci raccontò: al banco salumi il salumiere gli chiese “Professore, cosa facciamo, compriamo le Tiscali?”.

La conclusione che voleva portarci era questa: quando sentite chiunque parlare di un titolo, di un tema di investimento, a partire dagli stessi telegiornali fino ad arrivare al salumiere, è già tardi. Sia ben chiaro, nulla contro la categoria dei salumieri o altre categorie, anche perché io non saprei ahimè disossare un prosciutto, ma la lezione è abbastanza chiara. Quello stesso Professore ci disse al pari che per molte questioni riguardanti il mercato e la finanza si rivolgeva al bidello in Università, perché era una persona naturalmente dotata e per di più appassionata (e che quindi approfondiva) alle questioni della finanza.

Un altro esempio che riporto per esperienza diretta: vado a fare gasolio in un distributore nell’hinterland di Bologna, e vado a pagare nel gabbiotto per pagare. Il gestore aveva dietro la propria postazione due monitor (ripeto, due monitor) con almeno tre grafici e book in push con le quotazioni di borsa per ciascun monitor. Mi colpì il fatto che vendeva i propri carburanti ad almeno 15 centesimi in più rispetto alle altre pompe della zona. La conclusione in questo caso è che non credo si possa fare trading mentre si fa un altro lavoro (in borsa il minuto che gli ho fatto perdere per pagare il mio gasolio potrebbe risultare essenziale), mentre la seconda lezione è che probabilmente il maggior prezzo che faceva pagare per il carburante serviva a coprire le perdite cumulate in borsa, con l’evidente effetto di perdere anche clienti.

I fatti che hanno risalto nei telegiornali e nel circuito mainstream sono: gli sciamani al congresso americano, il BITCOIN e la mezza crisi di governo in Italia. Sono per il momento argomenti di breve termine ma, diversamente dagli articoli in precedenza pubblicati, voglio in questo caso affrontare l’attualità quotidiana. Quali le conseguenze immediate?

Partendo dal BITCOIN: nell’ultimo anno questo strumento si è mosso in un range di quotazione che va da 3.869,50 a 41.921,70 (quest’ultimo valore è un aggiornamento dei massimi che si è verificato nelle ultime due settimane, quando i TG ne hanno parlato), mentre oggi – 15/01/2021 – quota 38.561,10 (circa l’8% in meno rispetto ai valori di una settimana fa esatta). Non può essere considerato un investimento, ma un giochino, perché la domanda naturale che viene è: quando compriamo (o vogliamo comprare) bitcoin, sappiamo cosa stiamo comprando? La risposta da consulente finanziario è che io non saprei cosa sto comprando. Perché queste oscillazioni così ampie e tanto apprezzamento? Perché quasi sicuramente il futuro della moneta sarà nel bitcoin, ma oggi che è una giungla, il tutto si presta a speculazioni e nulla più. Quando la giungla sarà sottoposta a regolazione dalle autorità (perché quelle stesse autorità cominceranno gradualmente ad implementare il bitcoin) le speculazioni finiranno, ci sarà chi rimpiangerà di aver messo troppi risparmi in questo strumento. Un inciso: già alcune autorità di regolazione del mercato hanno limitato le negoziazioni in Bitcoin per l’eccessiva volatilità, e questo è costato oltre un 10% il giorno successivo di negoziazione.

Passando agli Sciamani al Congresso, le borse hanno del tutto ignorato quanto accaduto, almeno fin quando non sono balzati ai riflettori i social network, e le azioni delle relative aziende (in particolare Twitter). E’ chiaro che il discorso sarebbe molto ampio, perché quanto accaduto a Washington è sintomo di una crisi delle democrazie occidentali, ma limitandoci agli effetti di superficie e di breve termine, il Congresso ha messo rapidamente in ordine le cose, Biden si insedierà e le cose proseguiranno. Torna in ogni caso valido il ragionamento fatto nell’articolo di fine anno pubblicato sul mio sito: la rotazione settoriale.

Per finire, la crisi di Governo in Italia. La mia idea è che tutto si risolverà, quindi parlo di crisi a metà,e credo in un ritorno delle acque calme ma anche di dubbi su quali progetti verranno messi in campo per spendere l’enorme mole di denaro che arriverà dall’Europa (quest’ultima frase è una locuzione giornalistica, perché in realtà il debito pubblico raggiungerà il 160% del PIL). Non posso però spingermi oltre le mie impressioni, di conseguenza la considerazione di fondo è che le borse apprezzano la certezza, la stabilità, la capacità di gestione, e tendenzialmente penalizzano atteggiamenti antieuropeisti (specialmente per l’Italia, che ha scarsa possibilità di stare sul mercato con il proprio debito pubblico nel caso di un atteggiamento avverso all’Europa).

 

Per ogni singolo tema trattato in questo articolo ecco la traduzione a livello di investimenti.

Il BITCOIN non lo faccio rientrare tra le mie scelte di investimento.

Quando i clienti mi sollevano motivi di preoccupazione rispetto alla situazione a noi più prossima, quella della CRISI DI GOVERNO, faccio notare che possono in tal senso stare tranquilli, perché i BTP che abbiamo in portafoglio sono ormai pochi o nulli (e in realtà il vero problema è un cambiamento delle politiche monetarie), gli investimenti sono geograficamente diversificati, e la quota di “Italia” è limitata. Al pari gli investimenti a livello globale hanno una buona quota di USA, ma la quantità di tecnologici, sebbene non assolutamente neutralizzata, è stata ridotta.

Per concludere, il mio atteggiamento rispetto gli investimenti non muta, perché cerco di scremare le onde emotive di breve periodo, e ribadisco quindi quanto già scritto nell’articolo del 13 novembre 2020 – Economia e mercati: siamo all’alba di una forte ripresa?.

Rimangono i capisaldi del metodo negli investimenti: seguire le vicende del mercato e ragionare sulle aspettative, ma principalmente programmare. Rimanere freddamente razionali, alzare lo sguardo e mantenere l’occhio su cosa accade a livello globale e come ogni singola situazione ci si incastoni, osservare costantemente la gestione della politica monetaria da parte delle Banche Centrali, e la loro commistione con le politiche fiscali messe in atto dai singoli governi. E cosa principale: interloquire costantemente con i clienti per ragionare dei loro obiettivi di investimento.

 

Luca Giordani

 

PS: l’immagine osa molto, ma ho scritto questo articolo in prossimità dell’ora di pranzo, e una volta tanto è stata una scelta “di pancia”.

 

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